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Traduzione | Qual è il momento migliore per inviare il proprio CV?

Qual è il momento migliore per inviare il proprio CV?

Qual è il momento migliore per inviare il proprio CV a un’agenzia di traduzione?

Sì, proprio a un’agenzia di traduzione. Anche perché quando si parla di clienti diretti ritengo che l’invio del proprio CV non sia affatto la strategia migliore (ne riparlerò magari in un prossimo post).

Una delle migliori agenzie con cui collaboro mi ha affidato un incarico per la prima volta a fine luglio, diversi anni fa. Non mi ha chiesto prove di traduzione né altro. Mi ha immediatamente affidato un lavoro enorme che mi ha tenuta impegnata fino a inizio settembre. Il risultato è piaciuto molto e la collaborazione prosegue ancora oggi.

Quando aveva ricevuto la mia email di presentazione? A marzo. Non mi aveva nemmeno risposto una mezza riga per dimostrarmi interesse, niente.

Ci ho ripensato un paio di mesi fa, quando mi sono imbattuta in un post su Facebook di una ragazza che domandava se avesse senso inviare il proprio CV ad agosto. Del resto, pensava, chi mai le avrebbe risposto?

Andando a riguardare l’andamento del mio lavoro dal 2010 ad oggi, il periodo meno intenso è sempre risultato essere febbraio. I mesi estivi, con agosto in testa, si sono sempre dimostrati quelli più produttivi e pieni, secondi solo al periodo natalizio.

Del resto è normale. Molti colleghi, partendo per le beneamate ferie, lasciano spesso clienti e agenzie del tutto scoperti per quanto riguarda le loro esigenze traduttive e si palesa l’esigenza di trovare risorse nuove.

Il momento migliore per inviare il proprio CV

Inviare il proprio CV nei periodi di vacanza come giugno, luglio e agosto potrebbe rivelarsi un’ottima idea soprattutto quando, all’inizio della propria attività come traduttore, il proprio parco clienti non è ancora ben sviluppato.

Inoltre, se da una parte è vero che molto dipende dalla fortuna, quindi da un tempismo tra domanda e offerta che non possiamo prevedere, è altrettanto vero che il fattore tempo richiede che si tenga conto di alcune regole di base.

Regola numero 1: l’orario ideale

Non sono in molti quelli che considerano che vi è un orario più adatto per presentarsi.

Verso la fine del 2017 TalentWorks ha condotto uno studio proprio su questo. Basandosi su un campione di 1.600 candidature, ne è risultato che solo il 3% delle richieste inviate dopo le 19:30 riceveva attenzione. La percentuale saliva al 5% per quelle inviate tra le 16:30 e le 19:30. I momenti più validi sono risultati invece essere la mattina fino alle 10:30 e la pausa pranzo.

Si vede che molte persone decidono di smistare la posta e dedicarvi la dovuta attenzione appena prima di rimettersi al lavoro. Un’email giunta in tarda serata, invece, viene il più delle volte rimandata al giorno successivo o, ancor peggio, ignorata del tutto.

Le stesse considerazioni possono valere quando si considera il giorno ideale della settimana? Ha più senso inviare il proprio CV il lunedì o il venerdì?

A detta di un selezionatore del personale a cui l’ho chiesto, pare che sarebbe meglio optare per il mercoledì o il giovedì. Secondo la sua esperienza, sono i giorni in cui è più raro ricevere candidature, e quindi quelli in cui l’ennesima lettera di presentazione potrebbe essere accolta con più favore e curiosità. Avrà ragione?

Regola numero 2: una volta è troppo, due sono poche

Insistere non è reato. Se desideri davvero lavorare con una determinata agenzia, inviare la tua candidatura più di una volta non è mai tempo sprecato. Le condizioni potrebbero essere cambiate (vedi il cenno alla fortuna di cui parlavo prima), per esempio, o potresti avere delle competenze ed esperienze nuove.

Occorre tuttavia puntualizzare: insistere non è reato, ma è buona norma farlo con cognizione. Il mio consiglio è quindi quello di tenere sempre traccia dei tempi di invio, di ciò che si invia e a chi. In che modo?

Io uso un semplice foglio Excel in cui appunto poche cose, giusto come promemoria:

  • Nome agenzia
  • Città/paese
  • Data di contatto
  • Canale di contatto
  • Feedback
  • Indirizzo sito Internet
  • Eventuali commenti

Questo mi permette di non dover necessariamente fare affidamento sulla memoria, né di dover fare pazze ricerche tra le email o i vari canali (LinkedIn, Facebook, ecc.) per riprendere le fila di un discorso.

Sul browser, inoltre, inserisco la homepage del sito in una cartella apposita dei Preferiti. In questo modo non rischio di contattare un’agenzia a cui ho già scritto in precedenza, o per lo meno non rischio di farlo senza accorgermene.

In ultimo, ogni quanto si può valutare di insistere e riscrivere alla stessa agenzia? Bastano due, tre o sei mesi? Magari un anno? Dipende anche dai riscontri precedenti ed è bene valutare di volta in volta.

“Faber est suae quisque fortunae”

“Faber est suae quisque fortunae”, ovvero siamo noi ad essere gli artefici della nostra fortuna.

“Fortuna” non è qui intesa in senso positivo, ma come destino, bello o brutto che sia. Siamo noi che possiamo determinare, giorno per giorno, ciò a cui andiamo incontro. È una questione di scelte e di probabilità.

Anche in questo caso, c’è correlazione con l’invio della propria candidatura?  Certamente. Se non ti presenti e non ti fai conoscere in alcun modo, è difficile tu possa trovare clienti (ne ho parlato in “8 modi di far decollare la tua carriera come traduttore”).

“La scoperta dell’acqua calda”, rispondono alcuni, e sono d’accordo.

Eppure quando mi sento domandare “come si trovano clienti?”, oppure “come si diventa traduttori?”, o ancora “vorrei lavorare come traduttrice part-time, si può fare?”, mi viene talvolta il dubbio che non sia esattamente acqua calda e che invece non ci si accorga di quanto poco ci si muova attivamente in questo senso. La sensazione è che si sia in attesa che la soluzione arrivi dall’esterno o, meglio, che i clienti arrivino da sé, senza alcuno sforzo.

Non funziona così, la fortuna bisogna costruirsela con le proprie mani investendoci tempo ed energia. Bisogna far sì che le probabilità siano a nostro favore. Una candidatura alla volta.

Questo articolo ha 7 commenti

  1. Ciao Alice, ho iniziato da poco a leggere il tuo blog e devo dire che ho trovato molte informazioni utili. Grazie per il tuo lavoro 🙂

  2. Ciao Alice, ho visto un tuo post su un gruppo facebook di traduttori e, dopo il primo articolo, mi sono ritrovata a leggere da cima a fondo il tuo blog 🙂
    Complimenti, articoli interessanti e ben scritti!

  3. Ciao carissima! ho appena iniziato a seguire il tuo blog e hey grazie!!
    Mi chiamo Vanessa e ho 29 anni, Mi sono laureata 6 anni fa in traduzione ed interpretariato in inglese e francese e 5 anni fa ho conseguito un master per divenire interprete di conferenza in inglese. Sono 6 anni che lavoro saltuariamente per alcune agenzie Neo zelandesi (dove ho vissuto per qualche anno), ma ora che mi sono ritrasferita in Italia ho difficoltà a continuare a lavorare con la Nuova Zelanda per l’enorme differenza di fuso orario e non riesco ad ottenere un contratto da freelancer ne con agenzie italiane e ne con quelle americane!! Ma io mi chiedo il perché ?! non capisco cosa sto sbagliando specie che in NZ funzionava sia il mio CV per com’era impostato e sia per validità ..per le skills e studi che presentavo….sono giù di morale ormai da mesi perché ogni CV che mando non ce n’è uno che va in porto come si suol dire….Potrebbe aiutarmi a capire la ragione o magari perché no ricevere delle traduzioni da Lei, quelle che magari non riesce ad accettare per la alta mole di lavoro?:)))) Ringrazio anticipatamente:))))) Have a lovely day

    1. Ciao Vanessa, grazie per essere passata di qui!

      È molto particolare la tua situazione e occorrerebbe valutare ogni aspetto per poterti dare una risposta. Potrebbe essere una questione legata a concorrenza, combinazioni richieste, specializzazioni, tariffe. Prova magari a studiare come presentarti al meglio verificando quale presentazione risulta più efficace di altre, quale meno, e prova magari anche a rivolgerti non soltanto ad agenzie ma anche a clienti privati.

      Buona “fortuna”! 😉

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