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Il traduttore e i suoi limiti: non siamo supermercati

I limiti del traduttore: non siamo supermercati

Vi capita mai di ricevere richieste per incarichi di cui non potete occuparvi?

Uno dei miei clienti potrebbe aver bisogno di una traduzione dall’italiano all’inglese.

Mi spiace, io mi occupo di traduzioni dall’inglese all’italiano o di traduzioni dal francese all’italiano, non viceversa.

Uno dei miei clienti potrebbe aver bisogno di un interprete per l’inglese e l’italiano.

Mi spiace, sono una traduttrice e non un’interprete.

Uno dei miei clienti potrebbe aver bisogno di un traduttore per un adattamento simil-synch.

Mi spiace, non rientra tra i settori di mia competenza.

Onestà, fiducia e prospettiva a lungo termine

Forse sono un po’ vecchio stile, ma amo avere i miei negozi e venditori di riferimento da cui, se trovo ciò che cerco e la giusta qualità, continuo a tornare.

Un esempio fra tutti, il fruttivendolo vicino a casa, che qualche settimana fa mi ha detto che da lui non avrei più trovato mandarini per un po’. “Quelli che vendono adesso non sono di stagione, sono poco gustosi, preferisco non trattarli”.

Ho apprezzato molto la sua onestà. A mio avviso, questa sua scelta prova che il suo modo di lavorare è improntato alla creazione di rapporti di lungo periodo: sa bene che vendere dei mandarini potrebbe ampliare la sua offerta di prodotti, ma l’obiettivo che persegue è diverso. Ciò che vuole offrire ai suoi clienti non è la varietà, ma la qualità, e dei mandarini insipidi non si presterebbero a questo scopo.

Potrebbe ragionare diversamente, no?

Eppure la zona ospita già oltre 5 grandi supermercati che vendono qualsiasi tipo di merce proveniente da tutte le parti del mondo.

Il mio fruttivendono sa che chi vuole poter scegliere tra migliaia di prodotti disponibili, si reca in quei grandi centri; chi invece opta per il suo negozietto di quartiere, lo fa perché per la certezza di poter contare su un’ottima qualità, oltre che sulla possibilità di scambiare due chiacchiere e un sorriso con una persona che, di anno in anno, comincia ad avere fattezze sempre più simili a quelle di un caro amico.

Volendo mettere a confronto un grande supermercato e questo piccolo negozietto di frutta e verdura, non riesco a porre questi due fornitori sullo stesso piano, né a ritenerli in concorrenza tra loro.

Proprio come il mio fruttivendolo, anche io sono convinta che non abbia senso competere con i grandi fornitori di servizi di traduzione che ci sono sul mercato, ma che i migliori risultati e maggiori soddisfazioni si possano invece ottenere puntando a costruire nel tempo dei rapporti basati su onestà e qualità del servizio.

Sono questi due ingredienti a fare la differenza.

Collaborare è importante

Occorre ricordare quanto sia importante collaborare con i colleghi?

Capita di rado, ma capita: quando i miei clienti necessitano di un servizio differente ma affine a quelli che propongo, come può esserlo ad esempio una traduzione in un’altra combinazione linguistica, ho l’abitudine di proporre alternative e soluzioni facendo tesoro della rete di collaboratori che mi sono creata nel tempo. Sono risorse preziose, soprattutto se si tratta di colleghi che operano in ambiti o con combinazioni linguistiche differenti.

“E se, indirizzando il cliente ad altri colleghi, si dovesse perdere il contatto di lavoro?”, chiedono talvolta alcuni. Può capitare, certo. Ma non credo sia un problema reale o, meglio, per come la vedo io funziona così:

  • se il cliente non ha bisogno delle specifiche competenze o combinazioni linguistiche che tratto, non sto perdendo nulla;
  • se il cliente sceglie un altro collega perché ritiene che il suo lavoro sia di qualità superiore al mio, di nuovo non sto perdendo nulla che non avrei perso in ogni caso (ma dovrò rivedere le modalità con cui svolgo il mio lavoro e capire il perché di questa preferenza).

In sintesi…

… credo che, come liberi professionisti, sia fondamentale fidarci dei nostri clienti.

Questo significa che se ci impegniamo a offrire onestà, un buon servizio e valide alternative in caso se ne presenti l’esigenza, il (buon) cliente saprà riconoscerlo e apprezzarlo. Il resto viene da sé.

In oltre 10 anni di attività, ho avuto riprova del fatto che la prospettiva che ho riconosciuto come affine alla mia in quel piccolo negozietto ha un valore inestimabile e ripaga nel tempo.

I rapporti di lavoro sono un po’ come delle storie d’amore: alla base devono esserci fiducia e rispetto da entrambe le parti.

È l’unica maniera che conosco per lavorare con serenità.

Hai suggerimenti o idee a riguardo? L’articolo ti è piaciuto? 

Sarò felicissima di leggere un tuo parere a riguardo, lasciami un commento!

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[Articolo aggiornato nel mese di giugno 2021]

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